Il Problema Con The Broad è La Collezione Stessa

Domenica Broad e sua moglie, Edythe, apriranno il Broad, un milione di musei che conserverà ed esporrà la Broad Collection, circa 2.000 opere, con una nuova aggiunta, in media, circa una volta alla settimana. Situato vicino all’iconico punto di riferimento dell’architettura contemporanea di Los Angeles, la Walt Disney Concert Hall progettata da Frank Gehry, il Broad è stato progettato da Diller Scofidio + Renfro, lo studio di New York che ha creato il parco High Line e l’Institute of Contemporary Art di Boston e che doveva progettare lo sfortunato e non realizzato spazio temporaneo “Bubble” per l’Hirshhorn Museum di Washington.

L’accostamento è sorprendente. La Disney Hall di Gehry è ad angolo rispetto alla strada e luccica, brilla e si curva in tutte le direzioni, mentre il Broad si affaccia direttamente sulla Grand Avenue con una forma fresca, bianca, simile a una scatola, ricoperta da quello che gli architetti chiamano un “velo” di cemento armato con fibra di vetro. Ma ancora più sorprendente del contrasto con l’edificio Gehry è il sottile argomento del Broad con gran parte del design museale recente. La teologia prevalente di molti edifici pubblici oggi, compresi i troppi musei, è quella di cancellare il confine tra la città e la struttura, in modo che si senta l’eccitazione dell’energia urbana sempre presente, anche guardando l’arte. L’esempio più saliente è il nuovo Whitney Museum di New York, che fa l’amore con Manhattan così ardentemente che non si può fare a meno di rimanere a bocca aperta davanti all’ubiquità promiscua della città.